Un’esperienza europea. Vivere in Italia per quasi 2 anni.

Perché mi sento adesso più europeo: Una vita all’italiana. Come ho vissuto quasi 2 anni in diversi posti in Italia.

 

La strada è quasi vuota. Chilometro dopo chilometro vado più verso nord attraversando la Pianura Padana. All’orizzonte vedo le alpi, il sole è tramontato ed è rimasto solo un po’ di luce che però trasforma il paesaggio in un mondo che non sembra essere di questo pianeta. Una serata di estate, non normale per me. È il mio viaggio di ritorno in Austria dopo che ho passato 10 mesi in Italia. 10 mesi pieno di gioia e di allegria ma anche di difficoltà e di sfide. Prendo la stessa strada da dove sono partito in settembre dell’’anno scorso per Roma, la città dove ho vissuto per 9 mesi per poi passare l’ultimo mese in Romagna. Passando per queste strade vuote della sera sto pensando a tutto quello che mi è successo in questo periodo. Qualche episodio mi sembra oggi come un film come un sogno ma alla fine tutto ciò rappresenta il mio periodo in Italia. Sono diventato più italiano ma sono diventato soprattutto più europeo.

 

Non è stata la prima volta in quel settembre dell’anno scorso che sono partito per l’Italia per un periodo più lungo di una solo vacanza. Quattro anni fa, dopo la maturità, ho trascorso due mesi a Bergamo e poi ho fatto un semestre di Erasmus a Bologna due anni fa. Questa volta però ho vissuto nella capitale e per l’ultimo mese tra il mare di Cesenatico e le colline dell’Appennino a Predappio. Ho vissuto – quando metto tutto insieme – quasi 2 anni in Italia in tre regioni. Sono stato per motivi di lavoro o per divertimento in quasi tutte le regioni italiane, ho visto quindi tanto di questo paese. Devo dire che ho scoperto che un’Italia non esiste. L’Italia è fatta dalle sue regioni con mentalità e tradizioni diversi che da secoli vengono coltivati dagli abitanti. Non posso mettere in confronto lo stile di vita di Roma con quello di Bergamo o di Bologna. La varietà d’Italia è la sua vera forza e qualche volta mi sembra che nemmeno per gli abitanti questo sia davvero chiaro. Non riesco a pensare a tutte le bellezze che ho visto e visitato in Italia e che fanno parte del Patrimonio dell’Umanità, castelli, ruini del Impero Romano, chiese, centri storici. E non finisce qui: Si mangia bene in Italia, si questo è chiaro, non per caso Pizza e Pasta hanno conquistato tutto il mondo ma vivendo in Italia ho scoperto ancor di più la ricchezza dei piatti che offre ogni regione e che cambiano addirittura da una città all’altra. La cucina italiana che si conosce all’estero è quindi solo una piccola selezione dei piatti più famosi ed è sempre un piacere scoprire in ristoranti in tutta l’Italia le specialità regionali che non sembrano finire mai. E sono gli italiani stessi che hanno una passione molto forte con il loro cibo. Mi vengono in mente le conversazioni durante la pausa pranzo dove i colleghi parlavano quasi ogni giorno del cibo in tutti i dettagli.

 

Si mangia bene e il paese è pieno di bellezze da nord a sud, il paese ideale quindi per vivere? Ovviamente già prima del mio arrivo a Roma sapevo di un Italia ben diverso. Un Italia dove la burocrazia è così complicata, dove i mezzi pubblici non funzionano e dove regna un po’ il caos. Per dire la verità: Anche se ho vissuto già prima in Italia, anche se ho conosciuto un po’ la vita italiana, la vita a Roma è qualche volta dura, durissima. Aspetti l’autobus. Non passa. Apri l’applicazione che ti dice che nessun autobus si trova sulla tua linea. Corri alla fermata vicina. Aspetti per altri 20 minuti. L’applicazione dice di nuovo “Nessun autobus”. Ma poi, all’improvviso arriva un autobus che però è così pieno che non riesci quasi a salire. Non è successo solo una volta. Mi è successo quasi sempre utilizzando i mezzi a Roma. La metropolitana: Una città con le dimensioni di Roma poi ha solo 2 linee – come mai in una capitale europea? E si, esiste la terza linea ma che fino a poco fa non era nemmeno collegato con le altre due ed era una sorta di frammento buttato nel niente e dove un treno arriva solo ogni 15 minuti! La città poi è caotica, il traffico è devastante perché ovviamente tutti prendono la macchina e vogliono evitare il caos dei mezzi pubblici.

Insieme con il caso dei mezzi si inserisce il caos dei turisti: In un certo modo la città ha “venduto” la sua faccia ai turisti che arrivano da tutto il mondo per vedere la città eterna. Ma sono troppi. Il Colosseo è diventato – come parte del Centro Storico – un grande Disneyland dove ogni giorno turisti da tutto il mondo vedono una grande (finta show) al’italiana. Nessuno pensa alle persone che vivono lì – o che devono vivere lì. Quando ho detto alle persone che vivo vicino a Piazza Navona mi hanno detto “Ma sei fortunato, che bello”. Ma è davvero bello una vita in un Disneyland? Tra ristoranti di bassa qualità, gruppi di turisti che affollano ogni strade e bloccano tutto il traffico, guide turistiche che gridano in tutte le lingue e tra venditori che provano a vendere robaccia “Made in China”. Roma ma anche Venezia: sono città o sono un Disneyland?

 

A Roma ho capito per la prima volta nella mia vita di essere uno straniero. L’ho capito all’Archivio Centrale dello Stato dove la persona quando mi ha chiesto il motivo per cui voglio fare ricerca a questo Archivio, “Lei come straniero deve compilare anche questo.” – per la prima volta nella mia vita mi sentivo appartenente a una seconda classe – anche se forse la persona non lo intendeva in modo negativo. Un altro episodio al negozio del TIM mi ha fatto sentire la burocrazia italiana: Per fare un semplice contratto a base di abbonamento ricaricabile servivano una marea di documenti seguito dal fatto che la mia Carta di Credito non è valida perché non è una carta italiana. Non bastava nemmeno un contratto di affitto, no, la Carta non è italiana. Basta. Niente internet.

Volevo andare a fare un abbonamento presso una piscina per praticare un po’ di sport. Prima di tutto è difficile trovare al centro di Roma una piscina, pur essendo un’invenzione dei antichi romani quelli di oggi non conoscono più le terme e non hanno tante piscine. In Austria si va senza problemi a una piscina, si paga una somma e poi si entra, per fare un abbonamento serve solo la somma indicata. Ma non a Roma. Qui, per fare un abbonamento vengono chiesti duemila documenti, un attestato del medico (!), un Codice Fiscale e mille altre cose. E tutto ciò per 30 minuti di nuoto? No. Basta. Niente Piscina. Niente Palestra. Per me rimaneva solo il Lungotevere per correre (che qualche volta era inondata).

All’estero esiste il cliché che gli italiani sono semplici e non ci sono delle regole. Può darsi per il traffico che è davvero non regolato ma per quanto riguarda tutto il resto – No. Cambia però tutto quando conosci qualcuno. Puoi avere subito l’abbonamento di TIM, l’abbonamento per la piscina e per la palestra. Peccato però che quando arrivi di nuovo tu non conosci tutte queste persone ma il sistema comunque è sbagliato: Perché non fare dei processi più facile invece di creare “una rete parallela” basata su amicizie e conoscenze?

 

In generale gli italiani sono persone aperte anche se – secondo come l’ho vissuto io – più si va al sud le persone all’inizio sono chiuse mentre al nord le persone già dall’inizio sono più aperte e parlano facilmente con te. I romani sono un po’ particolari, qualche volta mi sembra che vivono in un modo loro dove il resto del mondo non esiste. Sono chiusi intorno a loro e si aprono non subito a persone da fuori. Quando però rimani un po’ e quando diventi amici con loro quest’atteggiamento cambia totalmente. Al nord questo processo dura – secondo me – più breve.

Gli italiani sono in generale anche molto tolleranti con le differenze “normali” che esistono anche in altri posti del mondo. Ma c’è un argomento dove tu rimani per sempre “lo straniero”: Il Cibo. Puoi vivere da anni in Italia, alla fine – secondo loro – tu sai niente come si mangia bene. Il cibo fuori l’Italia fa schifo e come “straniero” tu non puoi avere mai il gusto per giudicare cosa è buono e cosa no. Da parte che questo concetto è sbagliato perché a ognuno piace qualcosa diverso non ti danno la possibilità di imparare, di arrivare allo stesso livello come loro che sono nati con questa cucina (anche se la cucina italiana mi accompagna da quando ero piccolo per il semplice motivo che sono nato vicino al confine). Anche qui però ho notato una certa differenza tra le regioni settentrionali e centro-meridionali dove, forse a causa della distanza verso altri stati?

Qualche volta ho registrato anche una certa “ignoranza” verso il resto dell’Europa e verso il processo, anche questo più a Roma che al nord. Le cose erano 2000 anni così – perché cambiarle?

La vita italiana non è sempre quella “Dolce Vita”, non c’è sempre il sole e non fa sempre caldo. C’è una burocrazia tremenda, cose che per te sembrano normali non funzionano (dai mezzi al riscaldamento che non ha funzionato per tre giorni proprio quando arriva il freddo più forte degli ultimi anni a Roma) e c’è qualche volta una certa “ignoranza” verso il resto del continente. Ma nonostante ciò – quando poi arriva un piatto di Rigatoni al Cacio e Pepe con un calice di vino – chi può non dire che è un posto meraviglioso?

L’inverno in Italia per niente è piacevole quando piove e fa freddo ma appena torna la primavera e poi l’estate la penisola torna ad essere un vero e proprio paradiso con delle spiagge bellissime, con un mare pulito e un paesaggio meraviglioso. Ho avuto il privilegio di vivere un mese al mare alla Riviera Romagnola e tra Piadina e Sangiovese ho riscoperto il mondo perfetto dell’Italia della mia infanzia quando passavo ogni estate a Lignano Sabbiadoro in Friuli. I stabilimenti balneari, il gelato, l’aria calda, le onde del mare, la spiaggia – non è solo questo l’Italia, si, ma fa parte di tutto ciò.

 

E quindi, mentre guido verso casa al tramonto dopo 10 mesi, dopo quasi 2 anni in totale di una vita in Italia capisco: Non sono più la persona di prima. Non sono cambiato totalmente – ma con tutte le esperienze sono cambiato almeno un po’. Sono diventato più forte grazie al lavoro, certo, ma sono diventato in un certo modo meno austriaco. Di sicuro apprezzo di più il cibo e i prodotti di alta qualità, vivo un po’ più tranquillo e vivo quindi un po’ più “all’italiana”.

Non sono diventato ovviamente “un vero italiano” ma sono ora anche più lontano ad essere un “vero austriaco”. Ed è proprio questo effetto che mi piace. Non penso più in criteri nazionali e l’ho provato anche in questo articolo dove ho sottolineato le differenze tra le regioni e le difficoltà di definire qualcosa “italiano”. Alla fine è tutto una generalizzazione delle cose e proprio per questo io mi sento adesso meno austriaco. Con queste esperienze a Bergamo, Bologna, Roma e nella Romagna questi posti sono diventati anche una casa per me. Conosco le strade, posso guidare senza navigatore, conosco i supermercati, i bar, i ristoranti. A quest’angolo è successo questo e lì che ho passato una bella serata. La sensazione di trovarsi a casa non conosce né confini né nazioni ed è una cosa fantastica che solo chi può conoscere che ha vissuto per un po’ di tempo fuori dal posto dov’è nato. Ed è proprio per questo perché mi definisco ancor di più europeo. Roma e Vienna sono per me città che stanno sul stesso livello, città dove ho vissuto e che conosco, non importa se si trovano in Austria e in Italia.

 

Torno quindi in Austria con una grande soddisfazione di aver superato i confini che separano i paesi e di aver trovato più case. Sentirsi a casa non ha bisogno di stati nazionali o confini. Ha bisogno di persone e dei ricordi – e per questo ringrazio tutte le persone che in questi periodi hanno vissuto con me – nel bene e nel male – e che hanno fatto queste esperienze così uniche. Per me il mondo è diventato un po’ più piccolo e di più lo sento il bisogno di lavorare insieme, soprattutto in un periodo in cui sia in Austria che in Italia certe persone vogliono separare le persone e metterle in categorie “nazionali”. Cosa fanno con me che mi sento né austriaco né italiano ma europeo portando dentro di me esperienze di più paesi?

 

Per finire questi canzoni rappresentano gli ultimi 10 mesi, mi hanno accompagnato per tutto il periodo e sono quindi parte di queste esperienze:

The Giornalisti – Questa nostra stupida canzone d’amore

 

Kygo feat. One Republic – Stranger Things

 

 

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